In occasione dell'uscita in formato ebook del mio racconto Ologrammi MilanoNera mi ha intervistato. Per accedere alla fonte clicca qui
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Giunto alla pubblicazione del terzo romanzo, “Città contro”, e con il quarto in corso di scrittura, giovedì 19 Alessandro Bastasi esce con un ebook, Ologrammi, edito dalla casa editrice MilanoNera che di questo sito ha in comune, oltre il nome, il progetto editoriale.
Come è nato il racconto?
L’idea è nata una domenica, nella quale mia moglie acquistò una borsa usata al mercatino dei Navigli a Milano. Ho cominciato a fantasticare sulla persona che l’aveva posseduta in precedenza e su quali segreti la borsa stessa potesse nascondere. Che cosa mi avrebbero rivelato gli oggetti contenuti nella borsa, al di là di quelli di uso comune? Un libro con dedica, o un fazzoletto con iniziali strane, o… una fotografia.
L’idea è nata una domenica, nella quale mia moglie acquistò una borsa usata al mercatino dei Navigli a Milano. Ho cominciato a fantasticare sulla persona che l’aveva posseduta in precedenza e su quali segreti la borsa stessa potesse nascondere. Che cosa mi avrebbero rivelato gli oggetti contenuti nella borsa, al di là di quelli di uso comune? Un libro con dedica, o un fazzoletto con iniziali strane, o… una fotografia.
Perché “Ologrammi”?
“Ologrammi” perché in una società come la nostra ormai conta più la realtà virtuale che quella vera. Sui social network, ad esempio, siamo sempre più abituati a conoscere (e a conoscerle veramente) persone che non abbiamo mai visto nella realtà. Raccontiamo i fatti nostri, discutiamo, litighiamo con delle icone, e noi stessi, a nostra volta, diventiamo delle icone.
“Ologrammi” perché in una società come la nostra ormai conta più la realtà virtuale che quella vera. Sui social network, ad esempio, siamo sempre più abituati a conoscere (e a conoscerle veramente) persone che non abbiamo mai visto nella realtà. Raccontiamo i fatti nostri, discutiamo, litighiamo con delle icone, e noi stessi, a nostra volta, diventiamo delle icone.
E perché una storia nera?
Perché nella storia “nera” i personaggi sono sé stessi, senza i paraventi del “dover essere” che la società ci impone. Situazioni “doppie”, accettate per il quieto vivere, o per convenzione, nel noir possono essere capovolte, sbaragliate, fatte a pezzi, per dare sfogo a quello che siamo veramente nel profondo dell’animo.
Perché nella storia “nera” i personaggi sono sé stessi, senza i paraventi del “dover essere” che la società ci impone. Situazioni “doppie”, accettate per il quieto vivere, o per convenzione, nel noir possono essere capovolte, sbaragliate, fatte a pezzi, per dare sfogo a quello che siamo veramente nel profondo dell’animo.
Nel tuo racconto compare il tema del “doppio”…
Il “doppio” simboleggia esattamente quello che dicevo sopra. Il “doppione” convenzionale e ipocritamente accettato deve scomparire, per lasciare spazio all’originale, anche se in realtà, nel racconto, il doppione è reale e l’originale è un ologramma. Sta qui la contraddizione di fondo che mi interessava affrontare.
Il “doppio” simboleggia esattamente quello che dicevo sopra. Il “doppione” convenzionale e ipocritamente accettato deve scomparire, per lasciare spazio all’originale, anche se in realtà, nel racconto, il doppione è reale e l’originale è un ologramma. Sta qui la contraddizione di fondo che mi interessava affrontare.
Quali gli autori che porteresti su un’isola deserta?
Portarli concretamente in corpo e anima sarebbe difficile, mi accontenterei dei loro ologrammi. Massimo Carlotto, senza dubbio, e poi Maurizio de Giovanni, per il lirismo che pervade i suoi noir. E parecchi altri, che non nomino per paura di dimenticarne qualcuno.
Portarli concretamente in corpo e anima sarebbe difficile, mi accontenterei dei loro ologrammi. Massimo Carlotto, senza dubbio, e poi Maurizio de Giovanni, per il lirismo che pervade i suoi noir. E parecchi altri, che non nomino per paura di dimenticarne qualcuno.
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